lunedì 20 maggio 2013

L'incredibile banalità del male


Machiavelli aveva ragione, gli uomini non cambiano. 

Possono passare due anni come un millennio, possono accadere mille calamità, succedersi guerre su guerre o esserci cinquecento anni di pace, ma l'uomo non cambia, rimarrà sempre fedele a sé stesso, rimarrà invariato.
Può vivere nell'antica Roma o nell'Italia di oggi, nell'Arabia di seicento anni fa o in quella odierna, nell'antico impero cinese o nella Repubblica Popolare Cinese, ma non cambia mai.
Diamo la caccia al male ed esaltiamo il bene. Cerchiamo l'uomo nero ovunque, nel diverso, nello strano. E ci sentiamo soddisfatti quando li mettiamo al rogo, quando processiamo i nazisti a Norimberga.
Ma i nazisti non li abbiamo processati a Norimberga, perchè i nazisti sono ancora tra noi, dentro di noi. 
Ci sussurrano all'orecchio quando ragioniamo secondo parametri che non sono così diversi da quelli dell'eugenetica della Belle Epoque, quando cataloghiamo, selezioniamo, diamo un valore alle vite altrui come facevano i medici nazisti con le cartelle cliniche dei bambini e degli adulti in via Tierengratenstrasse 4, con un più o con un meno o come le SS sulle rampe dei treni nei campi di sterminio.
E' nostro dovere non ascoltare la nostra parte nazista, combatterla e ridurla alla ragione. Perchè se non lo facciamo ci abituiamo a ciò che è sbagliato, ci arrendiamo, deponiamo le armi e lo diamo per scontato, per normale. 
E questa è l'incredibile banalità del male.




domenica 19 maggio 2013

Il politically correct della domenica

Il politically correct della domenica: gente che si scandalizza al suono della parola "terrone".
A prescindere che se la usassi per offendere, sarei una cogliona emerita visto che mio nonno è di un buco di paese di mille anime scarse in quella terra bruciata dal sole e dimenticata da dio che è la Basilicata, quindi offenderei anche me stessa, ma mi spiegate che cazzo cambia dal dire "gente del Sud" o "gente del Mezzogiorno"?
Oh, sarò io che manco di tatto, ma mica l'ho capito questo infiocchettare ogni cosa dandogli un nome più "chic": e ora i barboni sono clochard, le donne delle pulizie sono colf, le prostitute sono escort, lo spazzino è l'operatore ecologico... come se non facessero lo stesso mestiere di prima!
I barboni vivono per strada anche se li chiami clochard, le donne delle pulizie puliscono anche se le chiami colf, le mignotte battono anche se le chiami escort, lo spazzino pulisce quello schifo delle nostre città anche se lo chiami operatore ecologico.
Ma sia mai chiamare i gay gay, loro sono omosessuali -sì, esiste gente così-, o i neri neri, loro sono gente di colore, che poi sennò si offende l'opinione pubblica, che però non si offende a farli marcire a Lampedusa e se ne frega se le autorità non sono in grado di prendere decisioni serie in merito di immigrazione, anzi, appena il nero in questione reclama i suoi diritti in modi più o meno discutibili, è subito pronta ad urlare di buttare il negro a mare.
Oppure, che dio ce ne scampi, chiamare un disabile disabile o handicappato: no, loro sono diversamente abili. Poi magari sono inchiodati ad una carrozzella senza poter muovere un dito oppure hanno tare mentali tanto gravi da non rendersi nemmeno conto di esistere, ma sia mai, eh! Perchè se dici disabile sei brutto e cattivo.
E giù a cambiare altri nomi, perchè non vanno bene, non sono politically correct: e così mandare i nostri soldati ad invadere un Paese straniero armati come se dovessero far la guerra ai lombrichi diventa missione di pace, mica guerra o tiro a bersaglio -su entrambi i fronti, perchè questi ammazzano alla grande, anche un numero esorbitante di civili, ma visto come sono armati, ci vuole un cazzo a far loro la pelle- e danni collaterali il massacro di donne e bambini. E non perchè durante uno scontro a fuoco in una cittadina questi si son messi sulla linea di tiro, ma perchè si mandano degli arei droni a bombardare i villaggi perchè "oh, potrebbero esserci dei terroristi!".
I licenziamenti diventano esuberi da tagliare, perchè è più corretto, è più dignitoso... soprattutto se fai passare gente alla quale togli il sostentamento per pezzi di carta o centimetri di stoffa in più da tagliare.
E mi raccomando, non dite Paese sottosviluppati, che altrimenti vi beccate il cazziatone che mi son presa io in terza media: sono Paesi in via di sviluppo. Sì, anche se parliamo del Burkina Faso.
E non importa che il PIL pro capite del 90% della popolazione sia di 50 centesimi, son sempre in via di sviluppo, anche se magari inizieranno a svilupparsi nel 3000.
Attenzione, io non parlo dell'uso di queste parole con accezione negativa o spregiativa, perchè il primo che mi da della prostituta, della terrona o della nera per offendere lo faccio finire al Pronto Soccorso e mica scherzo; io parlo dell'ormai radicata consuetudine di cambiare tutto il lessico che si percepisce "scomodo" senza cambiare la mentalità della gente.
Non è che a cambiar loro nome, cambi anche il mestiere o la vita che fanno o dai loro più dignità.
Non è che cancelli in un botto solo realtà scomode che al nasino dei benpensanti puzzano di merda.
Non è che anche se non passi di primo acchito per un razzista, uno xenofobo o uno stronzo e basta, non lo sei.
Non è il cambiare vocabolario a rendere le cose migliori, perchè se è vero che le parole sono potenti, è anche vero che lo sono solo quando c'è qualcuno che ascolta e mette in pratica e quindi dov'è il senso di dire "uomo di colore" quando la prima reazione che hai quando ne vedi uno è pensare "cazzo vuole sto negro?", oppure usare "escort" al posto di prostituta se poi alla prima donna che passa dai della puttana?
Non c'è un senso, solo tanta, tanta ipocrisia.